Wägital totale Escursioni con sci e racchette nella Wägital
La sempre innevata conca attorno al lago artificiale ha ben altro da proporre oltre alla classica scialpinistica del Mutteristock: qui, anche chi calza le racchette troverà pane per i suoi denti.
Ovvio, il Mutteristock. È uno dei classici, per il quale occorreva predisporre parcheggi extra. In questo caso, in fondo al bacino artificiale del Wägitalersee, a mezz’ora di strada dall’uscita autostradale di Lachen. Forse anche un po’ di più, se sulla stretta strada del lago si incontra del traffico in senso contrario. Ma è un fatto raro, poiché qui il traffico ha direzioni definite: al mattino verso la valle, al pomeriggio di nuovo fuori. In mezzo c’è la salita al Mutteristock. A seconda della via, questa porta innanzitutto in maniera più o meno ripida, tra boschi e radure, ai buoni 1300 metri del Rinderweid, mettendosi in tasca già 400 metri di dislivello. Il fatto che, nonostante le quote tutt’altro che elevate, nelle escursioni nella Wägital l’innevamento sia relativamente sicuro è dovuto alla circostanza che qui le nubi ristagnano volentieri, e d’inverno al sole occorre il suo tempo per superare la cresta tra la Zindlenspitz e la Ochsenkopf.
Un saluto dal Fluebrig
D’estate, questa cresta è parte del perimetro del leggendario «Wägitaler Überschreitung», che tradizionalmente inizia al Chöpfenberg e si conclude sul Gross Aubrig. In mezzo si contano 27 rilievi, buoni 5000 metri di dislivello e circa 40 chilometri, per superare i quali i migliori impiegano poco più di un giorno e una notte. D’inverno non se ne parla: i versanti calcarei sono troppo ripidi, e anche le zone di protezione della fauna selvatica vogliono essere rispettate. Per cui rimaniamo per cominciare alla conquista del Mutteristock, che corrisponde pur sempre a quasi 1400 metri di dislivello. Ad accompagnarci lungo tutta la salita è la silhouette del Fluebrig – scosceso, scostante, generoso di valanghe. Tranne se la neve si è già in parte consolidata e la notte è stata fredda. Allora il Fluebrig può diventare una meta, ma solo per scialpinisti molto esperti. La prima traversata del versante nord è delicata, e anche in seguito il terreno è a tratti ripido. Ma ecco apparire uno, due pendii da urlo: ripidi, diretti, assolutamente immacolati. Il coronamento di questa gita è il Diethelm: è vero che ci si può aiutare con catene e cavi d’acciaio (purché siano liberi), ma occorrono anche ramponi, un po’ di arte arrampicatoria e nervi saldi.
Trail panoramico dal Nüssen al Chli Mutzenstein
Oltre il Fluebrig, una cresta allungata porta alle cime dell’Aubrig. L’occasione per una gita con le racchette? Il giro che da Brandhaltli, un po’ oltre, sul lago, porta al Nüssen, al Chli Mutzenstein e ritorno è senz’altro impegnativo, ma offre tutto ciò che rende attraente un’escursione con le racchette: un itinerario panoramico in un paesaggio estremamente variato, con vedute sempre nuove, qua e là una panchina per riposare e una quiete infinita. E anche se le condizioni dell’innevamento non fossero ovunque compatte, con le racchette ai piedi non importa granché.
Per i racchettisti più ambiziosi, anche il Chli Aubrig può rappresentare una destinazione. Lassù non si troveranno tuttavia di fronte solo una vista completa sulle Alpi svittesi e glaronesi, ma anche sugli escursionisti invernali che, prendendosela più comoda, sono saliti dal Sattelegg.
Rimane la veduta a nord del Mutteristock, dove a colpire l’occhio è ovviamente l’allungata Rädertengrat con il Lachenstock all’estremità. Ma d’inverno, la discesa diretta dal Lachenstock, e anche dalla successiva Zindlenspitz, al lago, presso Ziggen è vie
Wägital incontaminata
E con questo avremmo compiuto il nostro giro virtuale della Wägital. Manca solo ancora la discesa dal Mutteristock: direttamente giù per il ripido canale del Mutteriberg? Si potrebbe, ma alla prima occasione risulterà già subito intessuto di tracce. Tornare sui propri passi fino al Rinderweid? Altra idea, forse con la possibilità di trovare persino un po’ di bianco intenso – ma in generale piuttosto poco interessante. Molto bianca e molto intatta appare per contro la direzione sud-ovest, soprattutto per il fatto che ogni traversa in discesa vuole in seguito una controsalita. Solo che si tratta di una salita bella e solitaria, nella quale la Wägital mostra uno dei suoi lati più sconosciuti e intatti. Ma pure se dopo questo breve interludio con le pelli ad attenderci non ci sono ripidi pendii, anche delle piacevoli e ampie curve in vaste distese, giù fino all’Oberalp, sono un santo che vale la candela. In seguito, la decisione di seguire o meno la via indicata sulla carta nel fondovalle dipenderà un po’ dalla situazione delle valanghe nel contropendio. Altrimenti si rimarrà ancora sulla cresta per tuffarsi solo all’ultimo momento nella cintura dei boschi.