Verticale marocchina Arrampicate nel pittoresco massiccio del Rif
Perduta nelle variopinte montagne del Rif, la valle di Talambote cela le più belle pareti calcaree del Marocco settentrionale – con numerose possibilità per l’arrampicata sportiva e grandi vie da scoprire.
«As-salam alaikum», ci dice il pastore. È il quarto giorno che Jasmin ed io percorriamo il sentiero che porta alla parete ovest del Djbel Rouf. L’incontro con questo simpatico berbero è diventato un rituale. Sorridendo, ci indica con il dito la sommità della muraglia. È quella magnifica roccia che ci richiederà ancora una cinquantina di metri di sforzi per portare a termine la nostra nuova via. Bagnando i primi tiri del diedro-camino, la pioggia dei giorni precedenti ha rallentato la nostra progressione. Ci siamo in un certo qual modo ritrovati nel ruolo di apprendisti speleologi. Fortunatamente, nella parte superiore la roccia asciuga in fretta e ci consentirà di terminare la nostra via, che finiremo per chiamare Spéléologie.
Una storia dell’arrampicata recente
Spéléologie offre un’arrampicata su gocce d’acqua che ricorda i muri fantastici della Rote Fluh, nell’Oberland bernese. Suddivisa in cinque tiri, la via si estende per 150 metri alternando placche, diedri, fessure e strapiombi. Quotata 7a, si situa nella media della difficoltà superiore della valle di Talambote, dove si trovano una quarantina di grandi vie e 250 altre di una lunghezza compresa tra il quarto e l’ottavo grado ripartite in una trentina di settori.
Risalendo la strada che porta al piccolo villaggio di Ilaghmene, l’imponente muraglia occidentale del Djbel Caïat mozza il fiato al primo sguardo. È in questo campo giochi smisurato che ha visto il giorno la gran parte delle grandi vie. Meno nota agli arrampicatori delle gole di Toudra o delle vertiginose pareti di Taghia, nell’Alto Atlante, la valle di Talambote è un piccolo paradiso verticale inserito in un quadro unico. Meno abrasivo di quello delle pareti di Taghia, il calcare di Talambote avrà cura delle vostre dita e vi consentirà di concatenare le giornate di scalata.
Cantiere a cielo aperto
La serenità dei luoghi è talvolta scossa da colpi di martello, i cui echi raggiungono la vallata con l’aria fresca delle montagne. Testimoniano un’attività in pieno sviluppo. In effetti, in questo luogo nel quale le prime vie risalgono solo all’inizio degli anni 2000 il potenziale creativo è impressionante. Dal villaggio di Ilaghmene, nel cuore della valle, si scorgono falesie ovunque. È d’altronde qui che si trova il Café Rueda, vero e proprio polo d’attrazione per gli arrampicatori di passaggio. La guida ginevrina Jean Marie Boimond fa parte dei numerosi stranieri che hanno contribuito allo sviluppo dell’arrampicata in questa magica regione e ha riassunto in una guida tutte le vie di questo giardino segreto. Il risultato propone una veduta d’insieme sull’arrampicata nella valle di Talambote e permette a ognuno di trovare il proprio piacere. Sotto gli occhi increduli dei berberi, i «ballerini della verticale» potranno godersi un’avventura rocciosa decisamente fuori dal comune. E quando si saranno stancati di arrampicare, andranno a gustarsi un tè alla menta o una tajine di pollo nella policromatica città di Chefchaouen, iscritta nel Patrimonio mondiale dell’umanità dell’UNESCO.