Sezioni meno gravate nella costruzionedi capanne L’assemblea dei delegati 2017
Al centro dell’assemblea dei delegati il futuro delle capanne CAS e la revisione delle direttive concernenti l’ambiente e lo sviluppo territoriale.
Per sgravare finanziariamente le sezioni occorre aumentare i contributi del fondo capanne centrale. Il contributo di base ai progetti di costruzione passa dal 20 al 30 percento dei costi, mentre il sostegno agli interventi di manutenzione ammonta ora al 40 percento invece del 30 percento. Questi punti sono sanciti dal nuovo regolamento delle capanne. I delegati delle sezioni lo hanno approvato a inizio giugno a Soletta, in occasione della loro assemblea.
Quattro tipologie di capanne
Il nuovo regolamento distingue ora anche quattro tipologie di capanne. Gli standard esecutivi definiti per ognuna di esse servono a meglio controllare i costi dei progetti edilizi. La classificazione è stabilita unitamente alla sezione proprietaria a fronte dell’esistenza di un progetto di costruzione concreto.
Nei «bivacchi», l’infrastruttura è decisamente modesta e le possibilità di alloggio e cucina sono rudimentali. Lo standard costruttivo della «capanna alpina» è leggermente più elevato: il suo allestimento rimane tuttavia semplice e i dormitori hanno di regola più di otto posti. Le solitamente più facilmente raggiungibili «capanne escursionistiche» sono relativamente bene arredate e le camere hanno da quattro a otto posti. La quarta e più confortevole tipologia è quella delle «locande di montagna», raggiungibili in un’ora al massimo di cammino e quindi attrattive anche per gli ospiti di giornata. La loro offerta gastronomica è ampia e le camere sono di tipo famigliare.
Sempre benvenuti gli escursionisti autonomi
Una buona notizia per i portafogli più modesti: il nuovo regolamento stabilisce in maniera inequivocabile l’assenza dell’obbligo di consumare. Gli alimenti portati con sé possono essere preparati e consumati anche nelle capanne custodite ed escursioniste o escursionisti autonomi non devono essere svantaggiati all’atto della prenotazione.
In precedenza, il pernottamento gratuito delle guide alpine aveva sollevato discussioni. Alcune sezioni lo rifiutavano, per altre, capigita e guide escursionistiche dovevano godere di un trattamento analogo. Alla fine, la nuova versione si è attenuta alla regola attuale. Dal canto suo, l’Associazione svizzera delle guide di montagna solleciterà i suoi soci ad aderire al CAS.
Come sinora, ogni capanna dovrà disporre di uno spazio protetto accessibile tutto l’anno: le decisioni circa il suo allestimento spetteranno però ora alle sezioni. Nella votazione finale, la revisione del regolamento delle capanne, chiamato d’ora in poi «Regolamento delle capanne e delle infrastrutture», è stato approvato con 170 voti favorevoli e sei astensioni. Entrerà in vigore il 1° novembre 2017.
Maggior peso al libero accesso
La seconda discussione più importante ha toccato le nuove direttive del CAS inerenti all’ambiente e allo sviluppo territoriale, che stabiliscono la voce e il comportamento dell’associazione in relazione alle questioni ambientali. La revisione delle direttive attuali, risalenti al 2002, era cominciata a inizio 2016 con una consultazione di tutti i settori dell’associazione centrale e di tutte le sezioni. Circa la metà di queste ultime si era espressa sui contenuti e aveva proposto dei suggerimenti. Come ha affermato René Michel, responsabile per l’ambiente in seno al comitato centrale, il gruppo di lavoro si era proposto di formulare posizioni equilibrate e capaci di raccogliere una maggioranza. Ad esempio, la controversia interna concernente i voli a motore e le aree di atterraggio in montagna (GLP) si è vista addolcita e le nuove direttive affermano che l’associazione «non vorrebbe possibilmente alcuna GLP in zone protette o inventariate». Più spazio hanno conquistato le tematiche dello sport della montagna, della tutela della natura e del libero accesso. In tal senso, il CAS promuove in primo luogo il rafforzamento dell’autoresponsabilità dello sportivo della montagna e non la regolamentazione.
Energie rinnovabili: sì, ma non ovunque
Il CAS vede con scetticismo nuovi impianti per la generazione di energia in zone protette e in paesaggi ancora intatti. Tali installazioni dovrebbero essere concentrate dove dimostrino un’elevata efficienza e suscitino meno conflitti. La sezione Berna ha avanzato richieste tese a una maggiore apertura, proponendo che, anche nelle zone protette, eventuali progetti non vengano respinti in blocco, bensì valutati singolarmente. Claudia Cermann ha spiegato che il cambiamento climatico potrebbe avere effetti capaci di pregiudicare l’accesso alle Alpi e le possibilità di frequentatrici e frequentatori della montagna in maniera ben più ampia che non i generatori di energia. Le richieste della sezione Berna hanno incontrato un certo favore, ma alla fine i delegati hanno sostenuto la posizione del comitato centrale. Nella votazione finale, le nuove direttive del CAS sull’ambiente e lo sviluppo territoriale sono state approvate con un’astensione e due voti contrari.