La via ferrata del falsario La Via Farinetta presso Saillon nel Basso Vallese
La Via Farinetta è una via ferrata carica di storia e legata a letteratura e turismo. Estremamente esposta, la via porta attraverso le Gorges de la Salentse alla Passerelle à Farinet. Le sensazioni forti sono garantite.
Iniziano così le cinque strofe dell’inno vallesano «Nennt mir das Land». Il testo fu scritto dal politico e poeta di Raron Leo Luzian von Roten (1824-1898); la musica è dovuta a Ferdinand Otto Wolf (1838-1906), nativo del Württemberg, tra l’altro anche membro della sezione Monte Rosa del Club Alpino Svizzero. Praticando la botanica e la poesia si professava alpinista. Anche se non ci è dato di sapere se incontrò mai un certo Joseph-Samuel Farinet, nelle gole della Salentse si sono incrociati almeno nel pensiero.
Una gola profonda che vale una visita
«La Salence si è qui scavata una profonda gola che ben merita una visita, soprattutto da quando l’allestimento di un nuovo sentiero con gallerie e ponti la facilita ampiamente», scriveva Wolf in merito a Saillon e dintorni nello «Jahrbuch des Schweizer Alpenclub» del 1878. «Quest’opera dell’erosione non può certo essere paragonata a quelle del Trient o del Durnand, ma non le mancano le meraviglie: la grottesca testa di gigante, dai cui fori oculari, nasali e orali sgorga un’acqua adamantina, e lungo la cui barba lunghe foglie gocciolano in quieti e profondi bacini mai toccati da un raggio di sole, è ad ogni modo unica nel suo genere.»
La gola di quella che oggi è chiamata Salentse, almeno nella sua parte inferiore, era, come si rileva dal resoconto di Wolf, già allora resa accessibile – a causa di una fonte curativa. Le spoglie del turismo medicinale di allora sono ancora visibili lungo il sentiero di accesso alla via ferrata. Già, e osservando meglio, sembra che la gente non abbia smesso di farsi un bagno o una doccia in quell’acqua curativa, e un po’ più sopra è pure possibile bersene un sorso direttamente dalla sorgente. Salute! Anche se i più preferirebbero probabilmente la bevanda prodotta con ciò che cresce sui pendii che sovrastano a destra e a sinistra la Salentse. Sì, ma solo dopo l’escursione, in uno dei ristoranti o delle cantine di Saillon.
Ucciso o precipitato?
A un paio di passi dalla fonte medicinale, ecco una targa commemorativa. È affissa dove l’acqua sgorga dal sottosuolo. «C’est ici, dans les Gorges de la Salentze, que mourut mystérieusement le 17 avril 1880 Joseph-Samuel Farinet, faux-monnayeur. Il avait 35 ans, il était marginal mais aimé du peuple.» È un omaggio a un individuo emarginato che cercava di sbarcare il lunario come falsario e che perse la vita in giovane età e in circostanze poco chiare mentre veniva arrestato dai gendarmi nelle gole della Salentse. Ammazzato, disse il popolo; scivolato nel vuoto, affermò la polizia.
Dove la sua fuga ebbe termine, inizia oggi la via ferrata. Si innalza audace, a tratti strapiombante, attraverso la gola con le sue pareti pure e altissime, tra le quali il frastuono del torrente sovrasta senza fatica lo stridio dei moschettoni sul cavo metallico. Una via ferrata altrettanto forte del suo nome: Via Farinetta.