© Davide Demichelis
Instancabili mule Luciano Ellena, somiere e mulattiere
Nelle Alpi Marittime italiane, il mulattiere Luciano Ellena rifornisce con le sue mule diversi rifugi. Intelligenti e robusti, questi animali svolgono il loro lavoro senza neppure sudare.
Nel sole del pomeriggio autunnale, Luciano Ellena si appoggia all’indietro e si gode la vista della parete nord-est del Monte Argentera, la vetta più alta delle Alpi Marittime. La sua testa sfrega contro la guancia di Ketty, il cui enorme cranio poggia dolcemente sulla sua spalla, mentre la mano solletica il ciuffo di peli tra le lunghe orecchie. «Ben fatto, ragazza!», dice alla mula, e fa scivolare un pezzo di mela tra le sue morbide labbra.
Questo «dolce» è la fruttata conclusione di un menù di cinque portate. Assieme alla sua amica, Luciano non si trova in un ristorante stellato, bensì sulla terrazza del Rifugio Morelli Buzzi, appartenente al Club Alpino Italiano (CAI), a 2344 metri sopra il livello del mare, e si gusta l’ottima cucina piemontese. Ketty ha dal canto suo raggiunto le colleghe Dea e Kira accanto all’edificio. La mula è un possente animale da soma, la più forte tra le cinque della squadra di Luciano, che partecipa a un notevole progetto di approvvigionamento delle capanne.
«Si è aperto un mondo»
Nel 2019, Luciano si vede chiedere da Marco Giraudo, che con il fratello Paolo è affittuario del Rifugio Morelli Buzzi, se, dopo la consegna iniziale con l’elicottero, fosse disposto a trasportare alimenti freschi alla capanna con i suoi muli una volta a settimana. I due intendevano ridurre i voli di rifornimento e fornire così un piccolo contributo alla tutela del clima. Luciano Ellena, che in anni precedenti aveva già occasionalmente rifornito con i muli dei rifugi nelle Alpi Marittime e Cozie, così come in Valle d’Aosta, accetta immediatamente. «Il bello è che i muli superano 1000 e più metri di dislivello senza neppure una goccia di sudore», commenta.
Quando il parco naturale delle Alpi Marittime indice un concorso con il motto «Il clima sta cambiando, cambiamo anche noi!», questo sistema di approvvigionamento lo vince. Una condizione era il finanziamento di un documentario con il denaro del premio. Nasce così A dorso di mulo, della regista Elena Gagliano.
Luciano Ellena gestisce in Val Gesso una fattoria biologica con il marchio Demeter, e nel film ne racconta gli esordi. «Ho sempre avuto questa idea in testa. Volevo fare qualcosa che mi legasse a questi animali.» Un giorno, si compra tre asini. «E allora mi si è aperto un mondo.» Un asino maschio accoppiato con una giumenta dà un mulo. «Il mulo è più adatto alla montagna. È intelligente e forte. Lavora per 40 anni e mangia mentre lavora.»
La scorsa estate il parco naturale ha finanziato il progetto fornendo animali da soma, e sette capanne vi hanno aderito. Nelle condizioni rese più difficili dalle misure contro il coronavirus, il rifornimento con i muli si è rivelato particolarmente adatto, perché più flessibile. Ma anche con la sola metà dei fondi, il progetto è stato portato avanti anche questa estate – grazie a idealisti come Luciano Ellena.
Al prossimo anno!
Al termine della sua pausa si gusta ancora un caffè. Il custode Paolo Giraudo porta i sacchi dei rifiuti e li ripone nei cesti da trasporto. «Ciao, al prossimo anno!» Ketty, Kira e Dea hanno fatto il pieno di energia, sollevano le teste dalle erbe di montagna, e seguono lentamente Luciano verso valle. Conoscono la strada e non hanno bisogno di istruzioni. «Al prossimo anno!» – sì, il prossimo anno seguirà ancora la sua passione.
Il CAS ha a cuore i temi ambientali attuali. Già nel 2019 ha deciso di sostenere l’iniziativa per i ghiacciai, il cui obiettivo è la riduzione a zero delle emissioni di gas serra entro il 2050. Alcuni di noi già stanno contribuendo al raggiungimento di questo traguardo, nel tempo libero o professionalmente. Questa serie è dedicata a loro.