© Riccardo Götz
«Il tesoro è la natura» Villaggi degli alpinisti
St. Antönien, nella Prettigovia, ha conservato la propria originalità e promuove un turismo rispettoso della natura. Ora, la località è diventata il primo Villaggio degli alpinisti svizzero e si impegna così a prendersi ulteriormente cura della natura e della cultura.
È visto dall’alto che St. Antönien mostra il suo volto migliore. Attorno alla modesta chiesa del XV secolo si raggruppano una manciata di case, l’ufficio del turismo, il museo locale, la scuola e i negozi del villaggio. «Nella piazza, la gente non ha mai vissuto», commenta Dominik Karrer, guida di racchette di St. Antönien. Oggi ancora, gran parte di essa seguita ad abitare le fattorie sparse per tutta la vallata. Tipico di un insediamento walser, il cui centro è detto, appunto, «piazza». E c’è un’altra cosa che spicca, in questa giornata invernale di febbraio: al mattino, sciescursionisti e racchettisti si lanciano in ogni direzione. Nel corso del pomeriggio rientrano alla spicciolata – con la felicità dipinta sui volti.
La valle laterale della Prettigovia è nota come un paradiso dello sciescursionismo, con una classica come la Sulzfluh. Ma anche d’estate la regione offre molte opportunità di gite, arrampicate e pedalate. Vicino all’idilliaco Partnunsee c’è una palestra di roccia per famiglie e principianti, mentre gli iniziati frequentano il sito della «Chlei Venedig» o lo Schijenzan, una meraviglia geologica inclusa nell’Inventario federale dei paesaggi, siti e monumenti naturali (IFP). Dal canto suo, la Carschinahütte, della sezione CAS Rätia, è una destinazione popolare per molti mountain biker e gitanti.
Ora, il villaggio walser, con la sua variegata offerta di attività per lo sport della montagna, è, assieme a quelli di Lavin, Guarda e Ardez, nella Bassa Engadina (v. pag. 26), il primo Villaggio degli alpinisti della Svizzera. L’omonima iniziativa è stata lanciata nel 2008 dalla Österreichische Alpenverein (ÖAV) ed estesa dal 2016 ad altre nazioni. A tutt’oggi, vi sono 29 di questi villaggi in Austria, Germania, Italia e Slovenia. Nel 2021 se ne aggiungeranno altri sei. I Villaggi degli alpinisti si impegnano consapevolmente per l’applicazione della Convenzione delle Alpi – questo un loro principio – cioè per la tutela e lo sviluppo sostenibile dello spazio alpino. Per l’estensione alla Svizzera, il CAS ha sottoscritto un accordo di partenariato con l’ÖAV. «Con questo, ci impegnamo a tener conto dei criteri nella selezione dei nuovi Villaggi degli alpinisti e nella valutazione di quelli esistenti», spiega Philippe Wäger, responsabile del settore Ambiente e sviluppo territoriale del CAS. Il CAS partecipa al gruppo direttivo internazionale responsabile dello sviluppo strategico dell’iniziativa e dell’ammissione dei nuovi candidati. La fase pilota di tre anni è sostenuta finanziariamente dalla Confederazione e dal Cantone dei Grigioni. Durante questo periodo, la direzione operativa del progetto è affidata alla Produktmanagement Bergsport Prättigau. Dal canto suo, il CAS assume il patrocinio e definisce le dichiarazioni con i comuni politici e gli accordi con le aziende partner. Dal 2023 l’iniziativa Villaggio degli alpinisti verrà estesa ad altre regioni della Svizzera. «A fronte della severità dei criteri e del forte sviluppo idroelettrico della Svizzera, nel nostro paese i Villaggi degli alpinisti dovrebbero rimanere qualcosa di esclusivo», dice Wäger. Ma cosa caratterizza un Villaggio degli alpinisti? E perché St. Antönien è il primo in Svizzera?
Modellata dalle valanghe
Dominik Karrer è una guida escursionistica e di racchette di St. Antönien. Conduce i racchettisti da dodici inverni. «Sono in marcia quasi ogni giorno», dice. Sulla terrazza della Michelshof descrive la vallata e le cime circostanti. Un tempo, la Michelshof era la più grande tra le fattorie; oggi è una locanda di montagna gestita sino alla scorsa estate da sua madre o base di molti racchettisti. Dal villaggio, una sciovia sale a Junker, ma è raro che le sue ancore siano occupate. «Una volta, qui si tenevano molti campi di sci, ma sono calati di molto», commenta Dominik Karrer. Negli anni 1960 c’erano dei progetti per un comprensorio sciistico, ma – fortunatamente – non se ne è mai fatto nulla. Perché altrimenti, St. Antönien si troverebbe altrove e nono sarebbe diventato un Villaggio degli alpinisti. Uno dei relativamente molti e severi criteri dei Villaggi degli alpinisti vuole infatti che non vi siano grandi impianti di sport invernali (v. pag. 27). I Villaggi degli alpinisti devono tra l’altro presentare un aspetto urbano intatto e non essere troppo grandi. St. Antönien, che dal 2016 fa parte del comune di Luzein, conta appena 338 abitanti. Ma la valle è stata modellata principalmente dalle valanghe. Sopra St. Antönien troneggia il Chüenihorn con le sue ripide pendici settentrionali, dalle quali, d’inverno, le valanghe scendono da sempre, minacciando la popolazione. Nell’inverno delle valanghe del 1951, travolsero dieci persone e danneggiarono 42 abitazioni. Dopo il disastro vennero costruite molte barriere antivalanghe e, più in basso, si procedette a riforestazioni protettive. «Ampie parti della vallata sono zona rossa, dove è vietato edificare», dice Dominik Karrer. «È per questo che l’aspetto dell’insediamento walser originale appare molto più chiaramente che non altrove.» Tuttavia, questo significa anche che difficilmente vi si stabiliranno nuovi arrivi. Il numero degli alunni è perciò fortemente diminuito e questa estate la scuola del villaggio verrà chiusa.
Ma secondo Dominik Karrer, l’iniziativa Villaggi degli alpinisti va nella giusta direzione: «Meno è meglio», afferma. E spera che contribuisca ad accrescere la consapevolezza che la natura ha bisogno di attenzione: «Il tesoro è la natura.»
Una spinta al villaggio
L’idea dei Villaggi degli alpinisti è stata ripresa dai potenziali candidati. Il CAS intendeva ampliare l’iniziativa alla Svizzera già in precedenza. Ora, al secondo tentativo, la cosa ha funzionato, e il 12 giugno si celebra l’adesione di St. Antönien. «Ne siamo molto entusiasti sino dall’inizio. St. Antönien era predestinato», commenta Christian Kasper, sindaco di Luzein. I Villaggi degli alpinisti si caratterizzano per essere località montane originali e per la volontà di dedicarsi anche in futuro alla sostenibilità. «Questa direzione l’abbiamo imboccata da tempo, non dobbiamo cambiare nulla», aggiunge Kasper. Ma cosa porterà tutto questo al villaggio, fortemente caratterizzato dall’agricoltura e dal turismo? Esiste una piattaforma comune che permette ai villaggi e alle possibili attività dello sport della montagna di presentarsi, alle associazioni alpinistiche e ai loro numerosi membri di interloquire direttamente con i gruppi di destinazione dei Villaggi degli alpinisti e alle diverse località dell’intero arco alpino di scambiare esperienze con strutture analoghe. «Ci aspettiamo che l’iniziativa rappresenti una spinta per il villaggio», dice il sindaco. Dovrebbe creare delle prospettive, che porterebbero forse a investimenti in alloggi e offerte turistiche. C’è poi anche un altro motivo: accrescere il valore aggiunto e creare nuovi posti di lavoro, così che St. Antönien possa rimanere un luogo in cui vivere e lavorare. Infatti, non è che St. Antönien si possa lamentare del numero dei suoi visitatori: il fatto è che gran parte di loro vi lascia solo il costo del parcheggio. «Nei fine settimana di bel tempo, i parcheggi della valle sono ampiamente utilizzati. Con delle ulteriori proposte dei mezzi pubblici vorremmo incoraggiare le persone ad adottare questa forma di mobilità», dice Christian Kasper. Si intende ora raccogliere le idee e le esigenze della popolazione per elaborare nuovi progetti: «Dovrà trattarsi di uno sviluppo verso l’interno», commenta il sindaco.
Un paio d’anni fa, sopra St. Antönien era previsto un grande impianto fotovoltaico sulle barriere antivalanghe del Chüenihorn. Il progetto è ora fuori discussione. «La sua redditività non era assicurata», spiega Christian Kasper. Ma non sarebbe neppure stato compatibile con l’iniziativa Villaggi degli alpinisti.
Capanna CAS vissuta
I Villaggi degli alpinisti sono di per sé sempre luoghi discosti e non grandi centri turistici, quanto piuttosto località orientate al turismo dolce. Ciò nonostante, vi sono anche dei Villaggi degli alpinisti che temono il cosiddetto sovraffollamento turistico.
«Troppi ospiti? Mai!», afferma Sonja Lütolf ridendo di cuore. Assieme a Kim Sieber gestisce dalla scorsa estate la Carschinahütte SAC, sita a 2229 metri sul livello del mare. D’inverno, quando la capanna è chiusa, lavorano per l’industria alberghiera di Lenzerheide. Oggi, però, sono salite lassù con gli sci per controllare che tutto fosse in ordine e il locale invernale pulito. D’estate, i posti letto sono 80 e gli ospiti giornalieri numerosi. «È una capanna molto vissuta, nelle belle giornate per servire in terrazza siamo in tre.» La capanna è facilmente raggiungibile, soprattutto da quando il Bus alpin arriva al Bärgli, da dove la capanna dista a piedi solo tre quarti d’ora. Molti vi giungono anche con la mountain bike. E ciò nonostante, la regione ha un carattere d’alta montagna. «La Sulzfluh, sopra la capanna, è davvero imponente», dice Kim Sieber. Il fatto che St. Antönien diventi ora Villaggio degli alpinisti porterà forse loro un po’ di notorietà in più. Ma le due energiche padrone di casa non la temono. E ritengono che l’iniziativa ben si adatti a St. Antönien: «È un villaggio tanto grazioso. Troviamo fantastico che lo si possa preservare com’è.»
Il secondo Villaggio degli alpinisti Lavin, Guarda e Ardez
Contemporaneamente a St. Antönien, con i villaggi di Lavin, Guarda e Ardez la Bassa Engadina è stata ammessa dal gruppo direttivo internazionale come secondo Villaggio degli alpinisti della Svizzera. La cerimonia di adesione si terrà probabilmente in autunno. Le particolarità che caratterizzano la Bassa Engadina come Villaggio degli alpinisti sono diverse: per esempio, consta di tre villaggi con due comuni politici, Scuol e Zernez. «I tre villaggi vicini sono legati tra loro dal caratteristico insediamento e dalle dimensioni analoghe», spiega Niculin Meyer, del dipartimento del promovimento economico del comune di Scuol. Tutte le località sono monumenti protetti e premiati; Guarda, per esempio, con il premio Wakker. Comune ai villaggi sono anche la lingua romancia, una vitalità attiva e la topografia. «Per molto tempo, essere esclusi dallo sviluppo turistico è stato considerato uno svantaggio», commenta. Ora, il fatto che natura, architettura e cultura siano state conservate finisce per rivelarsi un vantaggio.
Topografia e paesaggio si prestano molto allo sport della montagna. «Da noi basta un passo oltre la soglia di casa e ci si trova in mezzo alle montagne», afferma Niculin Meyer. Le vette più importanti che circondano il Villaggio degli alpinisti sono il Piz Linard (3410 m) e il Piz Buin (3312 m), vi sono tre capanne, la Chamonna dal Linard CAS, la Chamonna Tuoi CAS e la Chamonna Cler, e numerose mete escursionistiche attrattive, come ad esempio i laghi di Macun, che già si trovano nel perimetro del Parco nazionale svizzero. Finora, secondo Niculin Meyer, l’alpinismo non ha goduto di molta promozione. Ma l’iniziativa Villaggi degli alpinisti potrebbe rappresentare un’opportunità per realizzare determinate idee. Per esempio l’allestimento di itinerari per racchettisti, un miglior accesso invernale alla Val Tuoi o l’ulteriore sviluppo della palestra di roccia di Ardez. Più importante ancora è tuttavia il posizionamento comune. «L’etichetta stabilisce in una certa misura le modalità di sviluppo dei villaggi», spiega. E il successo della candidatura non segna la conclusione del progetto. L’intenzione è di sviluppare ulteriormente lo sport della montagna come prodotto turistico, per il quale i comuni di Scuol e Zernez e l’ente del turismo investiranno una somma almeno pari a quella destinata al Villaggio degli alpinisti.