Il libro della neve Avventure, storie, immaginario
«Qualche anno fa, mentre facevo sci-alpinismo sul ghiacciaio della Tribolazione, nel gruppo del Gran Paradiso, caddi in un crepaccio. Stavamo risalendo la seraccata verso i 3600 metri e il vento, che aveva soffiato nei giorni precedenti, aveva cancellato i segni dei crepacci. Quando ci fui sopra, il ponte di neve si sbriciolò e io precipitai nella voragine per quindici metri, l’equivalente di cinque piani di una casa.» Inizia così Il libro della neve del critico letterario italiano Franco Brevini, che in questo testo fa convogliare i due autori che sono in lui, lo studioso e l’alpinista. Il secondo che in un fuori programma si ritrova a testa in giù, appeso a una corda con gli sci ancora ai piedi, nel chiedersi cosa ci fa in quella precaria situazione ha un’epifania: di colpo comprende quanto la sua vita sia implicata e correlata con il ghiaccio e con la neve. E ce lo racconta in questo saggio, vincitore tra l’altro della 46esima edizione del Premio ITAS del Libro di Montagna, concorso letterario dedicato alle opere in cui si celebra la montagna in ogni sua forma. Nel motivare il premio la giuria spiega come l’autore partendo dall’osservazione di un singolo fiocco riesca a trascinare il lettore in un viaggio affascinante che spazia dal timore che il crudo verno suscitava negli antichi ai pattinatori raffigurati nei quadri fiamminghi, al senso del sublime che le Alpi imbiancate evocavano nei poeti romantici fino alla visione addomesticata dei pendii in versione turistica moderna. Senza che manchino mai la poesia e i riferimenti letterari, «la gioiosa felicità delle corse in slitta di Puškin» e la piccola fiammiferaia scalza di Andersen.
- Autore
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Franco Brevini