I bambini vogliono sperimentare Famiglie in montagna
A volte, il confine tra frustrazione e piacere è sottile: una gita nella natura, un soggiorno in capanna o un’arrampicatina possono essere il massimo per un bambino. Noia, mancanza di tempo per giocare o situazioni addirittura pericolose rovinano ogni divertimento. I consigli degli esperti.
Nel refettorio della capanna del CAS non c’è più un posto, si sta servendo la zuppa. Ben più della metà degli ospiti sono bambini con le rispettive famiglie. Il gruppo più numeroso è venuto quassù per diversi giorni con il programma di alpinismo per famiglie della sua sezione. Gli occhi dei bambini luccicano.
Ma vi sono anche altre scene: bambini che si lamentano e non vogliono proseguire perché il percorso è noioso. Le lacrime affiorano quando una situazione li spaventa. Oppure, bambini che dopo la lunga salita alla capanna si sobbarcheranno anche il rientro, perché il pernottamento non è stato previsto. Andare in montagna con i bambini può essere fantastico. Ma si può anche far passare loro la voglia di farlo, e nei casi peggiori le cose possono anche farsi pericolose.
Perciò, quando si tratta di pianificare e mettere in atto bisognerebbe tener conto di alcune cose. «L’esperienza è in primo piano», afferma Christoph Berger, responsabile del settore giovanile del CAS. Per comprendere cosa dia gioia ai bambini è innanzitutto necessario un cambiamento di prospettiva. «I bambini si interessano a cose che spesso gli adulti non notano più», scrive Heidi Schwaiger nel suo Familienausflüge zu SAC-Hütten (Gite in famiglia alle capanne del CAS), pubblicato dalle Edizioni CAS. Per i bambini, l’escursionismo non è uno sport, bensì una passeggiata nella natura nella quale si deve vivere e scoprire il più possibile. E secondo Christoph Berger, bisogna porsi una domanda: «Per chi pianifichiamo la gita?»
Storie, giochi, arrampicate
Idealmente, i bambini vanno coinvolti nella pianificazione e occorre tener conto delle loro idee e dei loro desideri. Inoltre, ci si dovrebbe prendere un tempo sufficiente. «La pianificazione e l’attuazione 3 × 3 è importante anche per le famiglie», spiega Christoph Berger. E Heidi Schwaiger raccomanda di suddividere l’itinerario in tappe: «Dove c’è qualcosa da scoprire? Dove ci sono aree di sosta avvincenti?» Non bisogna tuttavia andare troppo lontano. I bambini trovano interesse in molte cose: un ruscello per farci una diga, uno stagno per osservare i girini o una roccia da arrampicare.Ma la motivazione ludica è necessaria anche durante l’escursione. I bambini più piccoli amano le storie, si possono cantare assieme delle canzoni e fare
Ma la motivazione ludica è necessaria anche durante l’escursione. I bambini più piccoli amano le storie, si possono cantare assieme delle canzoni e fare giochi semplici: numerose guide escursionistiche per famiglie propongono molte idee. A quelli più grandi piacciono i tratti avventurosi con cavi metallici, scale e passaggi in arrampicata. Per i bambini, anche un pernottamento in capanna rimane sempre un’esperienza speciale.Anche il calcolo mentale contribuisce a una buona pianificazione. «La regola empirica per il tempo necessario con i bambini è 1,5 volte quello degli adulti», si legge nell’opuscolo «Sicuri in cammino» del CAS. Preparare e portare il proprio zaino è bellissimo, ma non dovrà essere troppo pesante. Secondo le indicazioni del CAS, un bambino non dovrebbe portare più del 10% del proprio peso.
Anche il calcolo mentale contribuisce a una buona pianificazione. «La regola empirica per il tempo necessario con i bambini è 1,5 volte quello degli adulti», si legge nell’opuscolo «Sicuri in cammino» del CAS. Preparare e portare il proprio zaino è bellissimo, ma non dovrà essere troppo pesante. Secondo le indicazioni del CAS, un bambino non dovrebbe portare più del 10% del proprio peso.
Passaggi difficili in corda corta
La buona pianificazione viene messa in atto sul terreno. «Quando non è divertente?», chiede retoricamente Christoph Berger. «Quando i bambini hanno fame, quando hanno freddo o quando si annoiano.» Quindi, idealmente, si dovrebbe prevedere una pausa ogni ora, nella quale i bambini possano bere ed esplorare i dintorni. «I bambini si ricreano giocando, non devono sedersi e riposare come gli adulti», scrive Heidi Schwaiger. Si dovrebbe inoltre pensare a uno spuntino almeno ogni due ore.
Molte proposte di itinerari per famiglie non vanno oltre un T2. Tuttavia, in montagna è facile passare al T3, dove, secondo la scala del CAS, si possono incontrare passaggi esposti assicurati con cavi metallici, e ci sono tratti esposti con pericolo di cadute e campi di detriti.
Nelle gite più facili, tratti con residui di neve o torrenti gonfiati possono rappresentare dei pericoli. Per padroneggiare in sicurezza tali passaggi, i bambini possono essere assicurati con la corda corta. «Nel terreno facile, procedere con la corda corta rappresenta un supporto psicologico e consente di tenere sotto controllo i bambini più vivaci», dice Christoph Berger.
Una volta scoperto il gusto per l’avventura in montagna, le famiglie più intraprendenti potrebbero essere interessate a una via ferrata o al trekking sui ghiacciai. Queste imprese sono riservate alle famiglie con bambini più grandi e richiedono una buona conoscenza. Con i bambini, è possibile percorrere in sicurezza solo i tratti di ghiacciaio privi di crepacci e senza neve.
In relazione alle vie ferrate, va prestata attenzione al fatto che i normali set, spesso anche noleggiabili, non sono adatti ai bambini, poiché funzionano solo a partire da un peso corporeo di 40 chili. Perciò, nelle vie ferrate i bambini vanno assicurati anche con la corda.
E tra l’altro: delle ottime opportunità di approccio per le famiglie con poca esperienza in montagna sono offerte dal programma di alpinismo per famiglie da molte sezioni del CAS. I bambini a partire da 10 anni sono ammessi senza genitori all’alpinismo infantile, mentre dai 13 in su passano alle OG. «A questa età, l’interesse per i coetanei è grande, mentre i genitori non sono così importanti», commenta Christoph Berger.