Coturnice
Renzo Merelli, Prosito ( TI )
Se sorpresa allo scoperto, è nell' immobilità più assoluta che ella confida come mezzo di difesa.
Perché è difficile osservarla? La perfetta omogeneità del piumaggio rispetto agli spazi che ella occupa, il suo comportamento che persino quando è in movimento può essere scambiato per una pietra, la sua vista e l' udito la rendono poco reperibile. È quindi più probabile udirne il canto che scoprirla.
Quante volte le lenti del mio binocolo hanno inutilmente esplorato una pietraia da dove proveniva il canto senza mai scorgerla?
Se non è costretta, raramente fa uso delle ali per spostarsi, affidandosi invece alle robuste zampe. Con incredibile facilità può scavalcare grosse pietre o altri ostacoli.
Durante il periodo estivo si nutre in prevalenza di graminacee ma pure di insetti, mentre durante l' inverno è strettamente vegetale.
All' epoca della bella stagione essa vive in una fascia altitudinale tra i 1200 e 2500 MS.
La densità di popolazione di questo magnifico gallinaceo è purtroppo esigua sulle Alpi, a differenza di un trentennio orsono quando era ancora ben presente. Le ricerche scientifiche non ne hanno del tutto stabilito le cause del forte regresso.
La coturnice ha carattere pacifico, questo non le impedisce di essere malfidente e difficilmente avvicinabile. È durante l' inverno che essa diventa più confidente. Con la caduta della prima neve alle alte quote e con i primi freddi, seguendo una linea verticale scende parecchie centinaia di metri. La ritroviamo attorno ai cascinali o su ammassi rocciosi dove qualche piccolo spazio sgombro dalla neve le permette di nutrirsi. Un tardo mattino di gennaio, consapevole della presenza di questo uccello nella zona parto dalla baita deciso a scovarla per poterne trarre qualche immagine.
II fievole raggio del sole illumina i luoghi rendendoli meno freddi. Inizio ad esplorare il pascolo con l' aiuto del binocolo osservando le chiazze esenti da neve. Sono molte ma non desisto.
Quando ho perso ogni speranza, ho un' im sussulto! Eccole! E un gruppetto composto da 4 esemplari. Distano più di cento metri. Beccano qualche filo d' erba secca spostandosi con lentezza indescrivibile. Cerco velocemente una soluzione propizia per « attaccare ».
Il terreno è poco modellato, quindi non presenta punti di copertura per avvicinarmi. Che fare? Non mi resta che tentare un lungo spostamento strisciando. Tolgo dallo zaino i pantaloni impermeabili e li calzo. Metto nelle tasche della giacca alcune pellicole di riserva, il binocolo al collo e inizio la « sfida ».
Compio pochi metri poi mi soffermo ad osservare. Non sembrano essersi accorte di nulla. Avanzo ancora quindi e ripeto il controllo, tutto fila liscio. Impiego parecchio tempo per guadagnare una cinquantina di metri. L' umidità ha già raggiunto i miei gomiti e sento freddo. Anche le mani si sono indurite. Tolgo i guanti e le friziono portandole vicino al corpo per qualche istante.
Devo forzatamente superare un tratto completamente innevato e nutro forti dubbi che questo metta in allarme le mie coturnici.
Coturnici in spostamento; progre-discono con la massima lentezza per evitare di essere scoperte Nulla. Una coppia di corvi imperiali lacera l' aria sopra il mio capo per scomparire in un baleno.
Provo a puntare l' obbiettivo ma sono ancora troppo lontane. Con soste sempre più lunghe guadagno ancora terreno, approffittando dei momenti in cui nessuna di esse fa guardia.
Finalmente sono a buona distanza, seppur agitato e con la gola secca per il lungo ansimare. Faccio scivolare il sacco dalle spalle e lo uso come appoggio.
Al primo scatto di otturatore una di esse allunga il collo e rimane a lungo immobile. Non oso più fare il minimo movimento...
Faccia contro il terreno ne spio i movimenti con la coda dell' occhio. Si sono ritranquilliz-zate. Posso poi scattare diverse pose senza che nulla avvenga. Sono soddisfatto.
Dopo una lunga pausa inizio a strisciare l' indietro fino a ragionevole distanza. Quando mi rizzo nuovamente in piedi nonostante sia intirizzito resto a lungo a contemplare questi luoghi, augurandomi che siano ancora domani e sempre ospitali a questo simpatico gallinaceo.