Clubisti a caccia di carbonio
Sono tempi caldi per il pianeta. Alle basse e medie quote, le Alpi hanno perso un mese di neve nell’arco di 50 anni: lo afferma un articolo recentemente apparso nella rivista «The Cryosphere». E la maggior parte dei ghiacciai alpini sarà scomparsa entro il 2010, come già si leggeva in «Le Alpi» del giugno 2012. Dopo decenni di attendismo ecologico, milioni di giovani preoccupati per il loro futuro sono scesi in strada, innescando infine una riflessione politica sul futuro del clima. In giugno ci esprimeremo alle urne sulla nuova legge sulla CO2, appoggiata dal CAS, che mira a dimezzarne le emissioni in Svizzera entro il 2030. Nel 2024 ci pronunceremo sull’iniziativa per i ghiacciai, pure sostenuta dal Club Alpino Svizzero, che chiede semplicemente la neutralità carbonica entro il 2050.
Tutto questo è molto bello, ma per nulla scontato. E rischia di scombussolare non poco il nostro quotidiano. Quello di sotto, ma anche e soprattutto quello di sopra, che frequentiamo percorrendo le nostre nevi cosiddette eterne. Infatti, piangerne la scomparsa non fa ancora di noi dei difensori del clima. Bisogna fare di più! La nostra passione costa ancora troppa CO2. E ciò nonostante, le soluzioni nell’ambito dello sport della montagna non mancano. È ciò che cercano di dimostrare i clubisti che abbiamo incontrato preparando la nostra nuova serie«Zero emissioni». Da un programma di gite che privilegia i trasporti in comune al mercato delle pulci alpino, passando per lo sviluppo di un filtro che consente di produrre acqua potabile dove le bottiglie di PET sono ancora la norma, scopriremo che le idee per la riduzione delle nostre emissioni non mancano assolutamente. Per il primo episodio abbiamo incontrato l’arrampicatore Fred Nicole, che da 25 anni risuola le scarpette da arrampicata per la Gecko Supply (v. pag. 29). Assieme a lui scopriremo che il gesto ecologico non comporta sempre la perdita di comodità. È un buon inizio, no?