Bivacco
Bivacco.
Di Remo Patocchi.
Notte chiara. Il ghiacciaio sconvolto dall' intenso lavorio della giornata, or riposa silenzioso. Una gigantesca guglia, dal profilo stranissimo, si stacca nettamente nel cielo d' indaco leggermente violaceo — ed una stella, brillante fra mille, fa capolino sopra le titaniche roccie, della cresta strapiombante. Il mio spirito subisce l' incanto di un' armonia indefinibile... è la dolce musica del silenzio, che domina l' immensità dello spazio.
Primo bacio di luna. Freddo intenso, penetrante; ombre gesticolanti sul masso vicino: sono le ombre dei nostri corpi, in lotta contro la diaccia, contro i tentanti abbracci di Morfeo — lo spirito, vigile, è dominante. La grande guglia ha assunto ora forme umane: sembra un gigantesco guerriero, inginoc-chiato, col capo rivolto in basso, in atto di sottomissione. A tratto, a tratto, un colpo di vento sibila fra le roccie e porta lontano voci, che sembrano lamenti di anima in pena.
Un primo barlume di luce a levante, che gradatamente si fa più intenso, annuncia prossimo il canto dell' aurora. La luminosità dorata aumenta, lasciando ancora all' oscuro i contrafforti e le vallate. Una mistica nuvoletta, vagamente rosata, veleggia in alto, sopra la catena di ponente, dominante nello sfondo. Qui il cielo svolge una gamma di colori d' una morbidezza e trasparenza meravigliose. Dal grigio perlaceo passa al rosa pallido, poi al giallo chiaro, che, a sua volta, si mescola col verde smeraldino; questo più in su si amalgama col cobalto, il quale sviluppandosi verso la gran volta, si fa sempre più intenso e guizza riflessi sanguigni. La luna è impallidita, quasi senta anch' essa il fiato gelido e tagliente dell' alba. Si vive in un' atmosfera di sogno ieratico.
La luce s' accentua e si diffonde, indora le più alte vette, schiarisce i baratri e ne precisa le linee e i contorni. Il mare di ghiaccio ha riflessi di acciaio. Finalmente sua maestà il sole entra completamente in scena, con uno sfolgorio potente di luce, che abbaglia e scuote, e dà la sensazione di vivere in un mondo nuovo, fantastico, irreale. La vampa dorata scherza fra i blocchi immani e rugosi della cresta, fra i tormentati seracchi, e ne rivela i paurosi abissi. Ora il vento irrompe e flagellando le pareti, risveglia gli echi cupi degli anfratti.
Sotto la morena sconvolta e ferrigna, un laghetto romito, volge verso il cielo il suo occhio di smeraldo.
Un colpo di mano sulla spalla, un « Su, andiamo, preparala corda! », del mio compagno, rompono l' incanto e poco dopo, incomincia la lotta, aspra e tenace, verso la grande guglia incantatrice.