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Vivere i sogni piccoli e grandi

Idee, coraggio e determinazione hanno fatto di Maya Lalive una personalità. Abbiamo fatto visita a questa donna impegnata nella sua casa sul lago di Zurigo.

Parlare con la 67enne Maya Lalive della sua vita e delle conquiste a essa connesse è un po’ come ascoltare un «best of» dei Beatles: ogni pezzo brilla e scintilla, singolarmente non sono facili da cogliere, ma alla fine l’insieme ti compra. E allora, da dove cominciare questo colloquio con Maya Lalive, donna in carriera, ex consigliera nazionale, mental coach, autrice e artista riconosciuta?

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«Alla fine, non rimpiangerò ciò che ho fatto, ma quello che invece non ho fatto.»
Maya Lalive

L’apertura da parte sua è piuttosto sorprendente. Maya Lalive, da sempre indaffarata, accarezza il pelo di Ella e dice che le giornate sono ora più strutturate. L’ostinazione con cui affronta le cose ha anche a che fare con la sua cagnetta di due anni. «È sincera e diretta, e ogni giorno mi fa da specchio. Se divento negligente o facile, questo si ripercuote su Ella.»

Maya Lalive vive con il marito a Bäch, sul lago di Zurigo. La piccola casa sorge proprio sulla riva. Un lungo viale segue la proprietà dei vicini, spazi verdi raggruppati sono alberi pesanti, terrazza, darsena, pontile. Dall’interno, seduti al pianoforte, si vedono le anatre fino sulla sponda opposta del lago. Un gioiello. La coppia aveva trovato la casa abbandonata trent’anni fa, e l’ha poi ristrutturata con molta immaginazione. Un colpo di fortuna.

D’altra parte, non è così evidente associare un colpo di fortuna a Maya Lalive. Piuttosto, è stata la zurighese a sfidare la dea bendata. Ha sempre avuto idee speciali. E anche il coraggio di metterle in atto. Andare a fondo delle cose, non mollare mai, vivere i sogni piccoli e grandi. Ecco il suo credo.

Una grande carriera interrotta

A 29 anni, Maya Lalive è vicedirettrice della Società di banca svizzera. In seguito passa alla direzione del gruppo Landis & Gyr. Si fa un nome anche nella politica e in ambito militare. Per quattro anni è consigliera nazionale per il PLR di Svitto, nell’esercito ha il grado di capitano e fa parte, allora come unica donna, del gruppo di consulenza «Strategia e ambiente». Sembrava una carriera promettente e di successo. Ma a Maya Lalive, l’unilateralità e la monotonia non piacciono. «La vita è troppo ricca per questo», afferma. «Alla fine, non rimpiangerò ciò che ho fatto, ma quello che invece non ho fatto.»

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Lo «strappo» nella diga: l’immagine ha fatto il giro del mondo, i media ne hanno parlato fino in Australia e nel Libano.

Una svolta, forse la più significativa, la compie all’età di 50 anni. Allora Maya Lalive abbandona del tutto la politica e l’economia e comincia a dedicarsi all’arte. Il soggetto centrale è la natura, in particolare le montagne, che tanto aveva a cuore nella sua amata Bregaglia. Nel 2016 realizza un progetto sensazionale: «Der Riss» (Lo strappo) alla diga dell’Albigna. Una sezione di 1400 metri quadrati, alta 130 metri, di un’autentica fessura nella roccia per simboleggiare la transitorietà, il cambiamento climatico e le nuove opportunità. La realizzazione di questa installazione non è stata notevole solo per l’aspetto visuale, ma anche organizzativamente e politicamente. Maya Lalive ha diretto personalmente il progetto, vi ha investito molto tempo e denaro e ha avuto successo con la sua rappresentazione provocatoria. L’immagine ha fatto il giro del mondo, i media ne hanno parlato fino in Australia e nel Libano.

Voleva fare l’attrice

Un tempo voleva fare l’attrice, poi la reporter di guerra o l’archeologa. Niente di questo ha funzionato, ma non ha neppure intaccato la sua grinta. Nel colloquio emerge continuamente il fatto che uno sguardo dietro la facciata non le basta. Inconvenienti, paure, problemi quotidiani: quando un imprevisto viene a galla, Maya Lalive reagisce e va in profondità.

Quando una volta un amico l’ha portata ad arrampicare, ha conosciuto un’altra se stessa. In montagna si è trovata in situazioni che hanno richiesto tutto il suo impegno fisico e mentale e le sono costate fatica. Ne è rimasto un senso di felicità per un risultato straordinario in un luogo per lei straordinario. Anche per questo ha poi affrontato il tema della paura e ha scritto il libro del CAS «Mental stark am Berg» (Mentalmente forte in montagna). Il vademecum di successo per non addetti al lavoro è nel frattempo giunto alla sua terza edizione. Fattori importanti sono il vivere «qui e ora» e l’evitare pensieri disturbanti. Maya Lalive guarda Ella. «È la mia maestra di vita.»

Autore

Alan Schweingruber

Donne che ispirano

In montagna, le donne godono della parità di diritti, sono presenti e hanno successo. Eppure, sono una minoranza in molti ambiti, vivono e vedono la montagna in modo diverso. Questo è l’ultimo contributo della nostra serie «Sei incontri con donne ispiratrici».

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