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Bussola e carta non sono obsolete Vantaggi e svantaggi degli strumenti analogici e digitali per la pianificazione delle gite e l’orientamento
La digitalizzazione sta permeando ogni ambito della vita, modificando anche il nostro modo di andare in montagna. Prima, carta, bussola e altimetro erano compagni imprescindibili, oggi gli alpinisti trovano ulteriori supporti in app e portali online – quando non sostituiscono del tutto gli strumenti analogici.
La tragedia della Pigne d’Arolla ha suscitato scalpore: nella primavera del 2018, un gruppo di dieci sciescursionisti al seguito di un’esperta guida alpina ha errato in una tempesta di neve a più di 3000 metri di altitudine. Ne morirono sette. Come ciò sia accaduto, a tutt’oggi non è ancora stato definitivamente chiarito. La guida, che avrebbe potuto fornire le informazioni era tra i morti. Una cosa chiara è che il gruppo aveva con sé GPS e smartphone. Un altro gruppo di quattro persone munite solo di carta e bussola, che sino ad allora aveva seguito il percorso corretto, si imbatté nei dieci nel whiteout. Furono tentati di abbandonare la navigazione analogica e di seguire invece la guida alpina.
Gli strumenti cambiano, l’ideale no
Non è solo questo tragico evento a far sì che in ambito alpinistico si continui a dibattere sul fatto che i migliori compagni siano gli strumenti analogici o quelli digitali. «Non è tanto una questione di strumenti giusti. L’aspetto più importante è che siano soddisfatti i requisiti di base, così che ci si metta in marcia con la responsabilità di sé stessi e la maggior sicurezza possibile», dice Christian Andermatt, responsabile tecnico invernale del Club Alpino Svizzero CAS. Si riferisce alla pianificazione e all’esecuzione della gita e, concretamente, a interessarsi intensivamente del terreno e delle condizioni e a sviluppare il senso del percorso. «In questo modo, l’ambiente circostante si dispiega all’occhio interiore come un’immagine tridimensionale che immagazziniamo nella memoria e alla quale possiamo accedere lungo il percorso.» Le vie per raggiungere questo ideale sono diverse.
Oggi, solo pochi alpinisti si muovono ancora in maniera puramente analogica. Molti lo fanno addirittura solo in modo digitale, mentre alcuni combinano le due cose. La maggior parte condividerebbe senz’altro l’ideale descritto in precedenza, ma dovrebbe anche ammettere in tutta onestà di non padroneggiare appieno la navigazione con carta e bussola. Certo, nei suoi corsi di formazione il CAS insegna l’uso della carta e della bussola, «ma solo pochi la esercitano regolarmente», commenta Christian Andermatt. «La domanda è questa: come possiamo far sì che la massa si adegui all’ideale?»
La ridondanza è decisiva
Tra qualche anno, forse faremo escursioni in montagna con occhiali per la realtà virtuale, ottenendo così in anticipo immagini precise dei passaggi chiave e dei dintorni. Ma questa immagine tridimensionale prefabbricata sarebbe migliore di quella che si genera in noi attraverso lo studio delle carte? Non ci è dato di sapere quali altri possibilità ci saranno offerte dalla digitalizzazione. Ciò che però è generalmente valido indipendentemente dagli strumenti utilizzati, e che anche il dramma della Pigne d’Arolla ha mostrato, è che non ci si dovrebbe mai affidare a un unico strumento. Nei momenti decisivi, la ridondanza potrebbe fare la differenza tra la vita e la morte.
Sia gli strumenti analogici che quelli digitali hanno vantaggi e svantaggi. Conoscerli, aiuta l’alpinista a valutare meglio sé stesso, promuovendo in tal modo l’autoresponsabilità e la sicurezza.
Vantaggi degli strumenti analogici
• La lettura delle carte stampate (preferibilmente in scala 1:25 000) ha un vantaggio: diversamente dal continuo ricorso allo zoom dello schermo, la scala costante permette di sviluppare una migliore percezione delle distanze e favorisce la capacità di visualizzazione spaziale.
• Gli strumenti analogici non dipendono da accumulatori e batterie.
• Può accadere che in un luogo discosto e senza copertura di rete ci si renda conto di aver dimenticato di scaricare le carte offline. Chi ha comunque con sé bussola e carta e le sa usare anche in condizioni difficili, come per esempio nella nebbia, si muove in modo indipendente.
Svantaggi degli strumenti analogici
• Le carte stampate diventano rapidamente obsolete: basti pensare allo scioglimento dei ghiacciai, a nuove zone di protezione, ecc.
• Per essere in grado di usare con sicurezza gli strumenti analogici occorre molto esercizio.
• Con vento forte, la carta è solo difficilmente utilizzabile.
Vantaggi degli strumenti digitali
• Per lo sportivo della montagna, le piattaforme digitali sono simili ad assistenti personali: grazie al posizionamento preciso facilitano la navigazione durante la gita.
• Particolarmente pratica nelle gite di più giorni è la possibilità di pianificare continuamente gli itinerari nello smartphone. Molte app propongono anche eventuali varianti.
• La traccia può essere condivisa con il gruppo. Se tutti memorizzano il medesimo itinerario offline nello smartphone, la ridondanza aumenta la sicurezza.
• Le app semplificano gli aspetti complessi e riuniscono una quantità di dati precisi, come le caratteristiche del terreno, i bollettini delle valanghe, le altezze della neve, ecc.
• Le app permettono la preselezione. Non si perde così tempo con escursioni fuori discussione, per esempio in base al bollettino delle valanghe.
Svantaggi degli strumenti digitali
• Gli strumenti digitali possono indurre a ridurre la pianificazione. Perché devo darmi la pena di allestire una traccia quando la posso semplicemente copiare? Attenzione, però: una traccia nello smartphone è ben lontana da una pianificazione della gita.
• La facile disponibilità di informazioni complete può indurre a sopravvalutarsi e a pianificare un itinerario al di sopra delle proprie capacità.
• Gli strumenti digitali ci possono piantare in asso durante la marcia.
• Una singola app non è onnipotente. Come in cucina, bisogna saper combinare assieme gli ingredienti giusti. Per esempio, il Portale escursionistico del CAS per gli itinerari e l’orientamento, swisstopo per l’orientamento, MeteoSvizzera per le condizioni meteo, White Risk per il pericolo di valanghe e l’app della Rega per l’allarme in casi di emergenza (meglio con le cuffie, con vento forte non si sente niente).
• Osservando costantemente lo schermo durante la marcia, si perde il la capacità di «leggere» il terreno.
• Le tracce GPS appaiono molto precise, ma non sono necessariamente corrette. La cosa importante è conoscere la fonte dei dati.
Consigli per le escursioni
• I sussidi digitali non dovrebbero indurre a correre rischi inutili. Se la nebbia è presente sul ghiacciaio già all’inizio della gita, non ci si dovrebbe fidare ciecamente della capacità che il dispositivo ha di guidarci.
• Portare sempre con sé accumulatori e batterie di riserva e tenere il dispositivo il più vicino possibile al corpo. Molti accumulatori e pile perdono potenza con il freddo.
• Durante la marcia disattivare costantemente il dispositivo di localizzazione e verificare di sapere esattamente dove ci si trova e dove si intende andare. Così facendo si allena l’intuito.
• Copiare le tracce memorizzate in un altro dispositivo in ossequio al principio della ridondanza!