Quando ad Andermatt tuonava e si udivano scoppi si sapeva: l'esercito svizzero si prepara in caso di evento serio. Lo fa qui da anni: il Gottardo - sede del patto dei primi cantoni federali - si trova a due passi e un ritratto del generale Guisan lo troviamo in (quasi) tutti i bar tra l'Urnersee e Hospental. Il combattimento era quasi sempre la vita sul passo del destino della Svizzera, contro la natura o contro invasori stranieri. Eppure la via verso il S, verso il paese dove maturano i limoni, doveva essere aperta. Ciò si dimostrò, specialmente nella Schöllenen, talmente difficile da dover chiamare in aiuto persino il Diavolo. Come andò dopo la costruzione del ponte, con il Caprone e l'anima perduta lo sa quasi ogni bambino in Svizzera e il granitico sasso del Diavolo lo si può ancora ammirare. Intagliato nel granito del Gottardo è anche il monumento di Suworow che ricorda la sfortunata ritirata del generale russo durante la guerra di coalizione (1799). Tempi passati. Oggigiorno gli abitanti di Andermatt sognano, turbati dalla diminuzione della presenza dell'esercito e dal turismo stagnante, un futuro più brillante. Grazie ai capitali investiti dal miliardario egiziano Samih Sawiris è solto un resort di lusso, un hotel a 5 stelle, un golf e un oasi esclusiva di wellness. I lavori sono iniziati nell'autunno del 2009. Ben differenti furono i lavori di costruzione che si conclusero nel settembre del 1997, dopo 90 giorni: la Via ferrata del diavolo. Da allora migliaia di ferratisti hanno percorso i 700 m di cavo, i 265 scalini artificiali e le due scale che dal Ponte del diavolo portano dove sventola la bandiera del Canton Uri.