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- Difficoltà
- 6a (5c+)
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- Tiri / Differenza d`altitudine
- 14 Tiri / 5 h, 380 m
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- Esposizione / tipo di roccia
- SE / Granito
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- Altitude attaco
- 2550 m
Questa via della leggendaria cordata Niedermann-Anderrüthi percorre le debolezze della parete proponendo un itinerario originale. Se i primi cinque tiri non sono indimenticabili, con l’eccezione dell’enorme blocco incastrato sotto il quale bisogna passare, il seguito è assolutamente interessante, con passaggi unici come il doppio diedro di T10 o la buca delle lettere gigante di T12, nella quale occorre infilarsi. Giunti alla sommità, chi desiderasse prolungare il divertimento non ha che da proseguire lungo la cresta sud, o una delle varianti piú impegnative, fino alla vetta del Salbitschijen con la sua spettacolare spada sommitale – nel qual caso non bisognerà lasciare nulla ai piedi della via.
Descrizione dell'itinerario
Informazioni complementari
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Chiodatura
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Chiodatura distanziata
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Tipo di corda
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2x50m
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Rinvii
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12
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Nuts
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Friends
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✔
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Possibilità di protezioni mobili: * rare possibilità di assicurazione, difficoltà di applicazione / ** buone: possibilità di assicurazione sufficienti, l'applicazione è solitamente fattibile / *** ottime: possibilità di assicurazione ampiamente disponibili, facilità di applicazione /
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Possibilità di discesa a corda doppia
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✔
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Discesa a piedi possibile
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✔
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Accesso con gli sci possibile
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Equipaggiamento da ghiacciaio richiesto
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- Tipo di roccia / Qualità
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Presenza di alcuni blocchi e di erba nei primi cinque tiri.
- Chiodatura / Materiale
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L’attrezzatura è spaziata e può essere completata alla bisogna. Una serie di friend da 0.5 a 3 può rivelarsi necessaria.
Ramponi e piccozza possono essere utili in funzione dello stato del nevaio ai piedi della parete (informarsi alla Salbithütte).
- Discesa
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Se si intende scendere a piedi, bisognerà proseguire fino al Salbitschijen lungo la cresta sud o una delle varianti sommitali. Altrimenti, una linea di calata in Licht und Schatten e Jimmy (v. schizzo) riporta ai piedi della parete.
- Cronologia
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ranz Anderrüthi, Max Niedermann; 1956 / 2003.